Rifugio Gherardi - Bocchetta di Regadur - Monte Sodadura

Dislivello: +665 da Quindicina di Pizzino (1345m) a Monte Sodadura (2010m)

La nostra meta è la cima del Monte Sodadura, in Val Taleggio. Dopo alcune ricerche decidiamo di partire da Pizzino, passare dal rifugio Cazzaniga-Merlini e salire in vetta, in realtà durante il tragitto ci accorgiamo che non andrà proprio così..
La strada è un tornante unico, stretta e molto particolare, ti dà proprio l'idea che stai andando in montagna.
Appena prima di entrare nel paese di Pizzino, prendiamo la strada in salita che troviamo sulla destra (indicazioni per Arighiglio, S. Antonio, Retaggio, Capo Foppa) e proseguiamo per un paio di km, fino ad arrivare ad una costruzione che ci dicono essere una colonia.
Qui i cartelli indicano l'inizio del sentiero 120 sulla destra che porta al rifugio Gherardi in un'ora, siamo a 1350 m.
Per fortuna c'è un bel sole caldo ed il sentiero non è tra i boschi, già così si sente che la temperatura è decisamente calata rispetto a qualche settimana fa. La montagna è decisamente bella in qualsiasi stagione, l'autunno ha tinto i versanti delle montagne di tutte le tonalità dell'arancio e del marrone.
Il dislivello si sente abbastanza, in meno di un'ora siamo al rifugio Gherardi, a quota 1650 m. Posto delizioso, con delle belle panche e tavoloni dove gustare una fumante polenta, peccato che oggi ci siamo portati il pranzo al sacco per poter mangiare direttamente sulla vetta.
Superiamo il rifugio e prendiamo il sentiero 101 per la Bocchetta di Regadur, tempo previsto 45 minuti.
La salita è sempre più panoramica, prima si procede con un lieve sali e scendi tra i prati fino ad arrivare al rifugio privato Battisti, da lì
si fa leggermente più impegnativa e più pendente. Il Sodadura spicca con la sua particolare forma a piramide.
Si aggira praticamente il monte, si hanno scorci bellissimi di roccia nuda alternate a vallate piene di larici colorati.
E fin'ora l'indicazione del rifugio Cazzaniga-Merlini non l'abbiamo ancora trovata!!!!
Quando arriviamo finalmente ai piedi del Sodadura, da dove parte il sentiero per la cima vediamo l'indicazione a destra dei rifugi Nicola e Cazzaniga-Merlini, beh, il nostro obiettivo è il Sodadura perciò ignoriamo il cartello ed imbocchiamo la salita sulla sinistra indicata come 'impegnativa'.
Credo che il termine impegnativa indichi solo di avere più attenzione, si sale su dei gradoni di roccia, non è una vera e propria arrampicata però c'è sempre da guardare bene dove metti i piedi. Per fortuna è breve ed una volta su basta un'occhiata per dimenticare tutta la fatica.
A sinistra le spettacolari Alpi innevate, a destra si distingue chiaramente il Resegone, ha una forma troppo particolare per non riconoscerlo, vicino la catena della Grigna.
Non ci sono parole, sedersi davanti al Resegone, guardare il suo profilo, con quella nebbiolina che lo rende quasi incantato, come se non fosse vero,
mentre il sole ti scalda il viso ed il silenzio ti assorda.
Stupendo.
Prima di scendere scambiamo qualche parola con altri 'passeggiatori' che ci raggiungono in vetta, dura sempre troppo poco e quando è l'ora di riprendere la strada di casa non si ha mai voglia di lasciare quei panorami spettacolari. L'unica è impremersi nella mente il blu del cielo rotto dalla sagoma dei monti e pensare già alla prossima escursione.


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