Da Sant'Antonio Abbandonato al Monte Zucco passando dal Rifugio G.E.S.P.

Dislivello: +245 da Sant'Antonio Abbandonato (987m) a Monte Zucco (1232m)

Settembre 2011. E' mattina inoltrata quando partiamo per Sant'Antonio Abbandonato, una frazione di Brembilla, Val Brembana.
La strada fino alla 'città' di Brembilla è scorrevole, poi per salire al punto di partenza c'è qualche tornante poco impegnativo.
La salita al Monte Zucco è più che altro una passeggiata: dislivello minimo e nessuna difficoltà. Si parte da una stradina dietro il cimitero della frazione, il sentiero si snoda tra prati verdi e boschi. Ogni tanto si passa vicino a qualche casetta in mattoni, un rigolo d'acqua, una vasca d'acqua per abbeverare gli animali.. Era così tanto che non andavo in montagna che tutto quel silenzio e quella pace mi son sembrati un sogno, un mondo incantato. Considerando che in 45 minuti siamo al rifugio G.E.S.P. (Gruppo Escursionisti San Pellegrino) mentre le indicazioni prevedevano 1 ora e 10 o siamo tanto allenati noi o il tragitto è davvero 'leggero'!!
Appena prima del rifugio, usciti dal sentiero in mezzo al bosco, si apre davanti a noi un prato verdissimo e stupendo per stendere un telo e rilassarsi in mezzo alla natura, che peccato non aver portato il pranzo al sacco...
Al rifugio speravamo di poter trovare un bel piatto di polenta taragna, ma purtroppo lì non c'è alcun servizio ristorazione, al massimo un fornellino per scaldare qualcosa. I volontari che gestiscono il rifugio ci dicono che per trovare qualcosa dobbiamo tornare la seconda domenica di Luglio quando fanno una festa, non ricordo per quale occasione!!
Non ci resta che prendere il sentiero e salire in vetta. Qui è un pochino più faticoso, la salita ha un bel dislivello, ma dura poco.. per fortuna..
Che bella sensazione arrivare in cima, anche se alla fine si parla di 1232 metri, la vista sulle valli sottostanti è spettacolare. Ed è bellissimo guardare il segna vette e dire 'qua sono salita' oppure 'questa sarà la prossima'..
Purtroppo è ora di tornare alla macchina, nella discesa dalla vetta sarebbero state utili le nostre bacchettine telescopiche, con quelle si che non si rischia di scivolare.
Mi godo la vista sulle montagne che ci circondano, su quelle montagne che a volte sembrano tagliate di netto, sul verde degli alberi che le ricoprono.
Salutiamo le mucche che sono ancora lì a brucare l'erbetta fresca, ci lasciamo alle spalle il rifugio e la distesa di prati per addentrarci ancora nel boschetto. Attenzione perchè se, come me, vi distraete a guardare alberi, fiori e altro vi scordate che al traliccio dovete girare a destra e vi ritrovate su un altro sentiero.
A parte questo piccolo contrattempo, il sentiero è ben segnalato (con colore giallo) ed è difficile sbagliare.
In un attimo siamo giù al paese, stavolta l'escursione è stata decisamente breve, ma ne è valsa sicuramente la pena!


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